Un viaggio sull’Autostrada del sole, come appare l’Italia ai figli dei Gastarbeiter
Nipote dei “lavoratori ospiti” che hanno aiutato a costruire il miracolo economico tedesco e poi hanno deciso di restare in Germania, l’autrice ha uno sguardo familiare e distante allo stesso tempo nei confronti delle cose italiane
Domani, 15.04.2025
L’altro giorno mi hanno chiesto in quale lingua sogno. Il miei sogni parlano italiano, ma anche tedesco. Queste due lingue si alternano, a volte non ricordo più in quale lingua ho sognato. Dal punto di vista linguistico, i miei sogni non sono poi così lontani dalla mia realtà. La mia quotidianità è sempre stata bilingue.
Perché ve lo racconto? Per comprendere questo testo e capire come vedo l’Italia, è necessario conoscere un po' la mia storia.
Sono figlia di emigrati italiani in Germania e sono cresciuta a Monaco di Baviera. I miei nonni sono arrivati come lavoratori ospiti, i cosiddetti “Gastarbeiter”, dalla Sicilia in Germania. Negli anni Cinquanta, la Germania e l'Italia firmarono un accordo per il reclutamento di manodopera, visto che in Italia c'era poco lavoro, mentre in Germania ce n'era, ma i tedeschi non della tipologia che interessava i tedeschi. Così il governo incoraggiò l’arrivo di lavoratori dall'estero, principalmente dall'Italia, dalla Turchia e dalla Grecia. Questi lavoratori dovevano restare solo per un periodo limitato in Germania, ma molti, anche la mia famiglia, alla fine, sono rimasti per sempre. I miei nonni paterni tornarono in Sicilia, quelli materni rimasero in Germania. I miei genitori si conobbero a Monaco.
UNA STORIA DI NICCHIA?
Le mie radici sono in Sicilia, ma casa mia per me è sia Monaco che la Sicilia. Sono un po' entrambe le cose: italiana e tedesca. In Italia, la mia storia familiare è spesso un po’ strana per le persone che mi incontrano per la prima volta. Mi sorprende quante poche persone in Italia conoscano la storia dei lavoratori ospiti, nonostante siano stati tantissimi gli italiani a partire.
C'è una parola che sento spesso in Germania: Italiensehnsucht, traducibile a spanne con “Italofilia”, ovvero la nostalgia per l'Italia. Johann Wolfgang Goethe con il suo Viaggio in Italia è stato uno dei primi a coniare questo termine, gettando forse le basi per un’eterna passione dei tedeschi per l'Italia. L'Italia è una delle mete turistiche più popolari per i tedeschi: pizza, pasta, mare, Fiat 500, Vespa, Aperol Spritz, caffè e limoni. Instagram amplifica questa visione idealizzata dell'Italia. Questa nostalgia, la Italiensehnsucht dei tedeschi per l'Italia, è spesso uno stereotipo, ma è anche un atteggiamento affettuoso. Monaco e i suoi abitanti si definiscono, per esempio, spesso orgogliosamente come la "città più a nord d’Italia".
Quando guardo all'Italia, vedo però anche la realtà della vita di chi ci vive: un sistema sanitario pubblico che non funziona più e molti altri problemi nella quotidianità. L'Italia per me non è solo un posto dove andare in vacanza, ma anche il paese dove torno regolarmente perché ci vive un pezzo della mia famiglia. Seguo anche quotidianamente le notizie e la situazione politica in Italia.
Da giornalista, per me è importante guardare le cose da diverse prospettive. Ecco perché curo la newsletter autostrada del sole, che si propone di guardare all'Italia senza stereotipi e avvicinare il pubblico tedesco sia agli aspetti belli che a quelli più complessi del paese.
PREMONITRICE
L'Italia è sempre stata un paese precursore in termini di cambiamenti politici. La durata dell'attuale governo italiano sta macinando record rispetto ai suoi predecessori. Questo mi preoccupa, perché la sterzata a destra è una tendenza che sta attraversando tutta l'Europa. Negli ultimi sondaggi politici in Germania, Cdu/Csu e AfD occupano lo stesso posto. La Germania seguirà la strada tracciata dai suoi vicini italiani alle prossime elezioni?
Quando penso all'Italia, penso a un paese che la mia famiglia ha dovuto lasciare per motivi economici, a un paese che anche oggi offre poche opportunità professionali ai giovani.
Mi preoccupo quando leggo nell'ultimo rapporto della Commissione europea per le libertà civili (Liberties) che l'Italia è uno degli stati che sta minando sistematicamente lo stato di diritto. Mi preoccupo per la libertà di stampa in Italia, quando leggo che giornalisti e autori sono stati intercettati con software spia o esclusi da programmi in televisione. Mi preoccupo quando i politici in Italia parlano di gestione dei migranti ma intendono comportamenti disumani.
Questi sviluppi non riguardano solo l'Italia, ma in parte anche la Germania e altri paesi in Europa. Quest'ultima mi sembra più frammentata che mai.
Tuttavia, ci sono anche motivi di speranza: a Roma, le persone scendono in piazza per un'Europa forte e unita, e in molte città italiane giovani studenti e studentesse inondano le strade alzando la loro voce dopo ogni femminicidio.
Esistono delle voci che chiedono cambiamento. Non devono smettere di farsi sentire.
Ornella Cosenza è curatrice della newsletter Autostrada del sole, in cui racconta l’Italia a un pubblico tedesco.